UN'ESTATE FA (parte 1) - Rocchi dipinge le profondità dell'uomo - di Gianni Martin

1 novembre 2010

Al 32° festival di Folkest di Spilimbergo (PN), il 31 luglio 2010, c’era anche Claudio Rocchi, in Piazza Garibaldi. Claudio con il suo lungo viaggio nella canzone d’autore italiana ha seguito altre rotte: alcune verso l’oriente e le sue fedi, altre verso la sperimentazione sonora, rotte defilate però importanti, seminali, sicuramente generose con chi ha seguito questo maestro di spiritualità in musica che non vuole insegnare, bensì testimoniare un piccolo percorso personale.

A Spilimbergo Claudio ha dimostrato di non essere prigioniero di un passato, di non essere un personaggio del passato, ma una mente libera dagli illusori vincoli del tempo, libero di comunicare sentimenti e pensieri, di raccontare La realtà non esiste. E’ capace di parlare in modo straordinariamente fresco e originale - oggi come ieri - di Gesù Cristo e dei miracoli necessari, di radici e semi. Una sublime amarezza ci accompagnava prima del concerto, perché temevamo che la gente non avrebbe capito, o non avrebbe capito più Claudio Rocchi. Invece, ci siamo sbagliati: la platea era formato da un pubblico attento (con tanto di Fan Club) e chi tornava dal paradiso blues di Eric Bibb (che suonava in un altro palco a 300 metri da lui) si è fermato ad ascoltare, rapito da questi frammenti di sereno paradiso interiore che le canzoni di Claudio sanno svelarci e donarci senza pretese didascaliche, senza strade etiche o politiche obbligate, ma soltanto con il desiderio - come abbiamo già detto - di vivere e testimoniare, un essere fra altri essere, fino alla compassione di fronte ai mali e ai malanni del mondo ai punti di domanda che popolano i nostri orizzonti di fragili creatori. Il Volo magico di una notte d’estate a Folkest è stato terapeutico - se non salvifico - per molti di noi: chi ha sempre amato Rocchi nella sua tenera e solare spiritualità e per chi lo ha ascoltato per la prima volta. Il Volo magico ha scacciato fantasmi e tolto ragnatele alla musica d’autore, illuminato dalle candele sul palco, dalla voce e della chitarra di Claudio Rocchi. E da un messaggio antico come le montagne: l’amore per l’uomo in tutte le sue fragili e meravigliose declinazioni. Ben tornato Claudio…. [G.M.]


0 commenti:

Altri spazi

Vai al Blog del CSPI

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le informazioni ed i testi inseriti sono forniti esclusivamente a titolo indicativo.

  © Blogger templates Newspaper by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP